mercoledì 29 aprile 2015

GIORNATA INTERNAZIONALE DELLA DANZA 2015


L'immagine dell'illustratrice ispanica Mònica Carretero
dedicata alla giornata odierna

Il 29 aprile è festeggiata la Giornata Internazionale della Danza promossa dall’International Dance Council dell’UNESCO. Una giornata di festa che accomuna tutti i paesi del mondo.
La commemorazione è istituita nel 1982 per il Comitato Internazionale della Danza – C.I.D. dell’Istituto Internazionale del Teatro (ITI-UNESCO). La data commemora la nascita di Jean-Georges Noverre (1727-1810), che fu il più grande coreografo della sua epoca, il creatore del balletto moderno. Nel 2013 si è celebrato il quarantesimo anniversario del C.I.D. 



“Oggi, in Italia, la danza è in una situazione strana: abbondano le buone intenzioni ma molte di queste restano tali, scarseggiano i fatti, molte persone remano contro”. Carla Fracci definisce così, conversando con l’AdnKronos, lo stato di salute della danza in Italia, in occasione della “Giornata Internazionale della danza”. Una ricorrenza della quale la Fracci sottollinea l’universalità: ”Per tutti gli uomini e le donne la danza è un fatto fondamentale, basta pensare che già prima di nascere danziamo nelle acque materne“.
Il suo sogno è che gli esseri umani “si uniscano in una danza generale, una preghiera danzata, per implorare conforto e sollievo ai tanti che soffrono”. Ma a soffrire è anche la danza nel nostro Paese: ”Ormai mancano i maestri, gli educatori fisici e soprattutto morali sono sempre di meno, è un momento difficile“, riassume la Fracci che alla domanda se consiglierebbe a un giovane, oggi, di intraprendere la sua carriera, risponde appassionata “assolutamente si ma gli raccomanderei di tenere ben presente una parola, un concetto molto usato in questi giorni: ‘resistenza’”.

giovedì 2 aprile 2015

Ode a madonne in primavera





Fresca rosa novella,
piacente primavera,
per prata e per rivera
gaiamente cantando,
vostro fin presio mando – a la verdura.

     Lo vostro presio fino
in gio’ si rinovelli
da grandi e da zitelli
per ciascuno camino;
     e cantin[n]e gli auselli
ciascuno in suo latino
da sera e da matino
su li verdi arbuscelli.
     Tutto lo mondo canti,
po’ che lo tempo vène,
sì come si convene,
vostr’altezza presiata:
ché siete angelicata – crïatura.

     Angelica sembranza
in voi, donna, riposa:
Dio, quanto aventurosa
fue la mia disïanza!
     Vostra cera gioiosa,
poi che passa e avanza
natura e costumanza,
ben è mirabil cosa.
     Fra lor le donne dea
vi chiaman, come sète;
tanto adorna parete,
ch’eo non saccio contare;
e chi poria pensare – oltra natura?

     Oltra natura umana
vostra fina piasenza
fece Dio, per essenza
che voi foste sovrana:
     per che vostra parvenza
ver’ me non sia luntana;
or non mi sia villana
la dolce provedenza!
     E se vi pare oltraggio
ch’ ad amarvi sia dato,
non sia da voi blasmato:
ché solo Amor mi sforza,
contra cui non val forza – né misura. 


GUIDO CAVALCANTI